Daily Archives: 11 Gennaio 2013
Bioplat® Bio-Line | Prodotti usa e getta

Bioplat® Bio-Line è la gamma di prodotti usa e getta biodegradabili ed ecologici prodotti dalla SDG – Scatolificio del Garda. La serie comprende bicchieri in cartoncino e PLA, posate in legno, contenitori misti in foglie di palma, in polpa di cellulosa e in canna da zucchero.
In particolare:
Canna da zucchero: consente di produrre contenitori che hanno caratteristiche simili all’alluminio e al polistirolo;
Cellulosa: accoppiata ad un film di bioplastica consente di produrre contenitori (soprattutto bicchieri e coppette) resistenti sia al freddo che al caldo;
Foglie di palma: proveniente dall’indonesia, consente di produrre contenitori semirigidi e resistenti;
Legno: consente di produrre elementi particolarmente resistenti, soprattutto posate;
PLA: il PLA (acido polilattico) è un materiale derivante dall’amido di mais e per la sua trasparenza consente di produrre soprattutto bicchieri per bevande fredde.
Tutta la gamma Bioplat® Bio-Line è completamente biodegradabile e va conferita con la frazione organica nella raccolta differenziata dei rifiuti.
La filosofia usa e getta non si può definire sostenibile ma se proprio non se ne può fare a meno… è doveroso usare prodotti biodegradabili con basso impatto ambientale.
Awà

Chi saranno mai questi Awà?
Secondo Survival International, l’organizzazione che si occupa della difesa degli ultimi popoli indigeni, si tratta probabilmente di una delle tribù più minacciate del mondo. Essi sono dei cacciatori-raccoglitori nomadi che vivono nell’Amazzonia orientale del Brasile i cui territori sono fortemente minacciati da taglialegna, da allevatori di bestiame e da minatori che entrano nelle loro foreste, tagliano i grandi alberi, bruciano il loro sottobosco, inquinano il loro terreno e i loro corsi d’acqua.
Gli Awá conoscono e “sentono” le loro foreste intimamente. Ogni valle, corso d’acqua e sentiero è inciso nella loro mappa mentale. Sanno dove trovare il miele migliore, quali, dei grandi alberi della foresta, stanno per dare frutti e quando la selvaggina è pronta per essere cacciata senza comprometterne, nel tempo, la sopravvivenza.
Perdere gli Awà significa perdere gli ultimi retaggi di conoscenza profonda della natura. Una conoscenza che esula dalla tecnica e dall’approccio scientifico della biologia e delle scienze naturali ma che poggia, invece, le sue basi, sul saper “sentire” intimamente e sul saper “leggere” i segnali che essa continuamente fornisce.
Perdere gli Awà – soprattutto quegli individui che mai si sono contaminati con la civiltà – rappresenta un grave problema non tanto per gli stessi indigeni quanto per tutta l’umanità che, in tal modo, perde un importante pezzo della sua profonda conoscenza della natura che, prima o poi, potrebbe venir utile per risolvere questioni di più ampia portata.
Sulla base di questi dati sostenere Survival International (attraverso il sostegno alla divisione italiana) diventa doveroso ma è doveroso anche che si lavori, a qualsiasi livello, per diffondere la cultura della protezione delle tribù indigene, a volte serbatoi unici di enormi e partticolari conoscenze.
Fonte: National Geographic