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Daily Archives: 4 Aprile 2013

Rotatorie

Rotatoria

Da qualche anno spuntano come funghi nei punti di contatto delle vie di comunicazione. Sempre più numerose e sempre più brutte e improbabili dal punto di vista estetico. È sufficiente percorrere una qualche strada secondaria per vedere – negli spazi interni alle rotatorie – vigneti, leoni di bronzo, giardini (pseudo) zen, sculture moderne, selciati nei materiali più disparati, cartelloni pubblicitari e luci… luci… luci…

Si tratta delle rotatorie, viste da amministratori pubblici, da progettisti e dagli utenti della strada come una manna per rendere più fluido e meno pericoloso il traffico.

A guardarle bene, però, le rotatorie non rappresentano affatto un elemento positivo perché dove sorgono indicano un nodo nel flusso, un elemento negativo del sistema di trasporto delle persone e delle merci che una buona amministrazione del territorio non avrebbe dovuto far nascere. Le rotatorie sono solo la medicina ad un sintomo che non cura la malattia, cioè un sistema di trasporto sostanzialmente individualista basato su una grande disponibilità di energia a basso costo, poco efficiente ed estremamente dispendioso.

Tutto ciò non ha nulla a che fare con la bioimitazione che, invece, imporrebbe di ragionare a monte della rotatoria, in termini di flussi, di mezzi e di efficienza energetica. Le soluzioni alla rotatoria, pertanto, sono numerose e possono essere apprese sia dalle civiltà del passato che avevano minore disponibilità di energia sia da alcuni animali di comunità, come le api o le formiche. Esse vanno dall’incremento del trasporto collettivo con mezzi più sostenibili dal punto di vista energetico fino ad arrivare ad una nuova pianificazione urbanistica più compatta oppure ad una accettazione del telelavoro che limiti i movimenti inutili e non necessari delle persone.

Ne gioverebbe di più l’ambiente ma, sono convinto, anche il benessere delle persone.

Foto: Wikipedia

Lombricoltura Bella Farnia

«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» (A.L. de Lavoisier).

La Lombricoltura Bella Farnia ha preso alla lettera il motto dell’intellettuale francese e ha deciso di intraprendere un’attività economica che si basa sulla trasformazione dei rifiuti organici in humus, in grado di nutrire il terreno migliorandone la fertilità. Il mezzo per ottenere ciò sono i lombrichi (1) che Charles Darwin addirittura definì «I più importanti animali della Terra».

La Lombricoltura Bella Farnia, oltre a ad allevare lombrichi sia per scopi hobbistici (compostaggi domestici o condominiali) che professionali (aziende agricole, allevamenti avicoli o di tartarughe), produce anche vermicompost (humus) con il marchio “Humus Bio”, organizza percorsi formativi per coloro che desiderino approfondire questo particolare allevamento e svolge attività di consulenza per chi desideri impiantare allevamenti professionali o desideri realizzare isole ecologiche per il riciclaggio dei rifiuti organici.

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(1) Di lombrichi ne esistono oltre 8.300 specie di cui la metà terrestri: di queste solo sei sono quelle adatte alla trasformazione degli scarti organici. Quattro di loro vivono nelle zone temperate ma solo due specie si sono rilevate particolarmente adatte all’allevamento per la loro resistenza e prolificità: l’Eisenia andrei, comunemente chiamato lombrico rosso di California, e l’Eisenia fetida, denominato “tiger worm”, per il colore giallo pallido della sua pelle.
I lombrichi sono animali ermafroditi imperfetti perché hanno entrambi gli organi riproduttivi ma non possono autofecondarsi. Essi trascorrono gran parte della loro vita sottoterra dove, con i loro 5 cuori, con i loro 6 reni e con il loro intestino filtrano instancabilmente il terreno depurandolo anche dai metalli pesanti arricchendolo di sostanze nutritive.