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Gli inceneritori dello “Sblocca Italia”

In agosto, finché eravamo quasi tutti in ferie o in vacanza, nel torpore per il gran caldo e nella generale distrazione dovuta alla voglia di rilassarsi e divertirsi, il Governo – maliziosamente come fa di solito quando si tratta di far passare norme che i cittadini normalmente non vogliono – ha proposto, in un decreto attuativo dell’art. 35 della legge cosiddetta “Sblocca Italia(1), di far aprire 10/12/18 (il numero ancora incerto non è importante) inceneritori nelle varie regioni italiane. Non si tratterebbe solo di un’apertura verso questa forma di trattamento dei rifiuti che le regioni, nel loro processo decisionale autonomo devono poi vagliare ma, piuttosto, di un vero e proprio obbligo nei loro confronti. Prendere o lasciare!

Per comprendere l’assurdità della proposta ministeriale nel contesto di un mondo serio che va in tutt’altra direzione, qualche settimana fa il giornale Il Fatto Quotidiano ha pubblicato l’intervista a Enzo Favoino, ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza ed esperto che lavora con le istituzioni europee e con diversi governi nazionali nella definizione delle migliori strategie nel settore della gestione e del trattamento dei rifiuti. Favoino, che non è aprioristicamente del tutto contrario all’incenerimento dei rifiuti, osserva che tale pratica richiede molte risorse finanziarie, ben quattro volte superiori rispetto a quelle necessarie per il funzionamento degli impianti “a freddo”. Il motivo è dovuto al fatto che gli impianti, essendo molto costosi, necessitano di continui apporti di rifiuti per poter funzionare tantoché le amministrazioni pubbliche, per non dilapidare denaro, sono costrette a rallentare i programmi di espansione della raccolta differenziata. Molto meglio dell’incenerimento dei rifiuti – osserva sempre Favoino – sarebbe il trattamento a freddo degli stessi con recupero di materia attraverso sistemi di selezione e stabilizzazione biologica. Da essi si otterrebbe:

  • dalla frazione organica compost pulito da riutilizzare in agricoltura;
  • dal residuo materie prime (carta, plastica, metalli, vetro) da reimpiegare nelle attività produttive ed eventualmente, per la piccola parte che rimane, materiale da avviare all’incenerimento o alla discarica.

Dato il loro costo minore gli impianti di trattamento a freddo consentono anche di modulare politiche di espansione della raccolta differenziata a monte, cioè effettuata già da parte dei cittadini.

Una delle critiche (ingiuste) al trattamento a freddo dei rifiuti è che esso non consente di evitare le discariche. Spiega sempre Favoino che anche l’incenerimento dei rifiuti ha bisogno di discariche perché le ceneri (circa il 30% del totale) e le scorie intercettate dai camini – tra l’altro molto nocive – da qualche parte devono pur essere messe. Per evitare la discarica, invece, sarebbe necessario e possibile potenziare la raccolta differenziata a monte, sviluppare programmi di riduzione nella produzione dei rifiuti, introdurre sistemi di tariffazione puntuale (si paga in base a quello che effettivamente si produce in termini di peso). Tutte cose che l’incenerimento dei rifiuti non si propone affatto di fare nella logica della sua avidità bulimica di enormi quantità di materiali da bruciare.

La giusta soluzione per la gestione dei rifiuti, ben spiegata dagli esperti, è piuttosto semplice e in parte (es. la raccolta differenziata) è già stata da tempo avviata. Mi chiedo solo una cosa: o le figure politiche che continuano a propinarci vecchie e inutili soluzioni sono incapaci e devono essere subito sostituite oppure dietro di loro hanno qualcuno che fa prendere loro le decisioni sbagliate. Ed è ancora peggio!

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(1) Il D.L. del 12 settembre 2014, n. 133 lo hanno chiamato “Sblocca Italia” a significare che si tratta di una politica “del fare” contraria al vecchio immobilismo del passato e ai sistemi troppo democratici. Se poi se si tratta, in alcuni aspetti, anche di “fare male” o di “fare per gli amici” (vedi semplificazioni infrastrutturali, edilizie, estrazioni petrolifere, produzione energetica dai rifiuti e altro) questo non è un grosso problema e chi paga sono sempre i poveri cittadini inermi che subiscono scelte che non vanno a loro vantaggio!
Per approfondire:
Pizzarotti scrive a Renzi: “Se si segue il modello Parma si chiudono gli inceneritori
Patrizia Gentilini: “Sbocca Italia e inceneritori, dove sta la coerenza con le politiche europee?

 

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