Marzo 3039
“Marzo 3039 come sempre a Londra piove / ma con calma e precisione / ho lasciato il sottosuolo per riflettere da solo / sull’attuale situazione
Dalla guerra del ’21 non ho visto più nessuno / della mia generazione / siamo tutti chiusi / in casa spaventati da ogni cosa, / da un’idea, da un’emozione
Chissà com’era quando il sole si poteva guardare / e sentirlo sulla pelle fino a farsi bruciare
Però oggi partono i missili, / li guarderò e saranno bellissimi.
Marzo 3000 e qualche cosa, è una notte luminosa / c’è la luna artificiale / sugli schermi informativi, su quei pochi ancora attivi / sembra sia tutto normale
Chissà com’era quando l’aria si poteva respirare / e sentirla nei polmoni fino a farli scoppiare / ogni notte sogno sempre di nuotare / e sento il fuoco sulle labbra che ti lascia il sale
E poi / Correre nel traffico, mettersi il soprabito / respirare microbi, perdersi nei vicoli
inciampare negli ostacoli, affidarsi a degli oroscopi / arrabbiarsi con le nuvole, evitare le pozzanghere
Sì ma… / Però… (correre nel traffico…) / oggi partono i missili (mettersi il soprabito) / li guarderò e saranno bellissimi (respirare microbi, perdersi nei vicoli)
Così… (inciampare negli ostacoli) / oggi partono i missili (affidarsi a degli oroscopi) / li aspetterò e saranno tantissimi (arrabbiarsi con le nuvole, evitare le pozzanghere)
Perché… oggi partono i missili”
Nei testi delle sue canzoni Daniele Silvestri è sempre molto evocativo e, con sublime maestria, quando affronta temi sociali riesce a descrivere storie che fanno molto pensare.
Questo è capitato a me quando ho sentito per la prima volta, molti anni fa, “Marzo 3039” (1). Anche se immagino che le ambientazioni della canzone si possano riferire ad un mondo post-atomico successivo ad una terribile guerra di un lontano futuro, io subito ho pensato anche a quello che potrebbe capitare alla Terra e alle attività umane a seguito di un enorme sconvolgimento climatico o ecologico.
Nell’apparente normalità di una notte con la luna artificiale (quella che un po’ viviamo anche noi ora in cui ci ripetono di continuare a consumare, di bruciare petrolio e di non pensare al futuro per godere solo il presente) il protagonista della canzone si chiede, con rammarico, quali potevano essere le sensazioni di respirare l’aria e di nuotare nel mare fino a sentire il bruciore del sale sulle labbra.
Marzo 3039 mi offre lo spunto per parlare di ecologia e di sostenibilità ambientale nell’ottica della prevenzione. Capire cioè che dobbiamo agire concretamente ADESSO per non dover rammaricarci in futuro di non aver fatto nulla, o quasi, per evitare la catastrofe. Anche perché credo che quello che eventualmente ci mancherà saranno proprio le piccole cose del “perdersi nel traffico”, “mettersi il soprabito”, “respirare microbi”, “perdersi nei vicoli”, “inciampare negli ostacoli”…
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(1) Il brano “Marzo 3039” è contenuto nell’album “Prima di essere un uomo” di Daniele Silvestri (sito ufficiale).
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