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Ecosia | Motore di ricerca
La rete internet e le informazioni in essa contenute (sarebbe meglio dire “archiviate”) sembrerebbero essere eteree e immateriali, in quanto fluiscono quasi per magia attraverso i cavi telefonici o attraverso le onde elettromagnetiche di smart phone o dispositivi Wi-Fi e vengono visualizzate su schermi di vario tipo.
Nella realtà dei fatti tutta la conoscenza e tutte le informazioni del web sono elementi che hanno una dimensione molto fisica e materiale dal momento che vengono archiviate in giganteschi server che consumano enormi quantità di energia, necessaria soprattutto per il loro raffreddamento.
Questo è particolarmente vero per i motori di ricerca che devono elaborare una gigantesca mole di dati in brevissimo tempo e sono – di fatto – costituiti da immense distese di computer (o, meglio, di processori collegati ad un disco rigido di archiviazione dati), stoccati in enormi hangar industriali che consumano immense quantità di energia elettrica (per funzionare ma anche per raffreddare un ambiente reso rovente dalla elaborazione frenetica dei processori).
Per ovviare a tale sistema fortemente energivoro e potenzialmente insostenibile a livello ambientale i finanziatori e i progettisti del progetto Ecosia (www.ecosia.org) hanno progettato e realizzato questo nuovo motore di ricerca principalmente su due aspetti ecologici: alimentazione dell’hardware mediante energia proveniente da fonti rinnovabili e salvaguardia della foresta pluviale del pianeta attraverso il versamento di una piccola somma di denaro per ogni ricerca effettuata tramite link sponsorizzati.
Fare in modo che Ecosia diventi il nostro motore di ricerca potrà dare il nostro piccolo, ma significativo contributo, al contenimento del cambiamento climatico e alla difesa della biodiversità, che ha il suo serbatoio principale proprio nelle foreste pluviali.
Ecofont
L’idea è semplice ma, al contempo, geniale: contribuire alla sostenibilità ambientale e al risparmio di risorse attraverso la riduzione di inchiostro nell’uso di stampanti o fotocopiatrici.
Colin Willems, con il contributo di SPRANQ Creative Comunications di Utrecht, in Olanda, hanno pensato che per poter ottenere efficienza nell’uso di risorse durante i processi di stampa fosse necessario intervenire anche sulla veste grafica dei caratteri (font) anziché agire solamente sul miglioramento tecnico e sulle prestazioni delle stampanti.
Si sono chiesti, allora, quanto potesse essere tolto dai caratteri pur mantenendo le medesime caratteristiche di leggibilità e di chiarezza. Il risultato finale è stato quello di “svuotare” graficamente i caratteri con piccoli cerchi trasparenti che non ne pregiudicano la leggibilità ma, in caso di stampa, possono determinare una riduzione nell’uso dell’inchiostro che arriva sino al 20% in meno rispetto alle stampe tradizionali.
Tale intervento, come indicato dai suoi designer, funziona meglio con le stampanti al laser piuttosto che con quelle a getto d’inchiostro e dipende anche dalla dimensione del carattere stampato: più è grande maggiore è il risparmio.
Ecofont, che si basa su un carattere open source, è scaricabile gratuitamente dal sito www.ecofont.com e funziona con tutti i sistemi operativi (Microsoft Windows, Linux, Mac OSX).
I progettisti di ecofont, nel loro sito web, si preoccupano di fornire agli utilizzatori di personal computer anche altri importanti consigli per incidere sulle loro abitudini ed aumentare la loro consapevolezza ambientale in caso di stampa: stampare solo se necessario; stampare fronte-retro.
Per utilizzare ecofont è sufficiente collegarsi al sito, scaricare gratuitamente il font, copiarlo nella cartella di gestione caratteri del personal computer e utilizzarlo come carattere predefinito per tutti i documenti di testo.
Nel caso in cui sia proprio necessario stampare il risparmio di inchiostro sarà assicurato e l’impronta sull’ambiente sarà un po’ più leggera!