Tillandsia usneoides

Il nome sembra una sequenza casuale di vocali e consonanti. Quasi impronunciabili.
In realtà si tratta del nome scientifico di una pianta che appartiene alla famiglia delle Bromeliacee, comprendente circa 500 specie di piante terrestri ed epifite che vivono nel Centroamerica, Sudamerica e nelle Indie occidentali. La Tillandsia usneoides cresce spontanea in Argentina, in Cile e anche nel Sud-Est degli Stati Uniti.
Essa ha steli flessuosi e sottilissimi, di 1 millimetro di spessore, ricoperti da foglie squamiformi di color argento che funzionano come spugne ed assorbono l’acqua e le sostanze nutritive necessarie dall’atmosfera. Questa pianta, infatti, non ha un apparato radicale ma vive sui rami e sui tronchi degli alberi dove forma fitti e lussureggianti festoni. La moltiplicazione di Tillandsia usneoides avviene grazie al vento che spezza i suoi fusti filiformi in tante parti, trasportandole sui tronchi o sui rami, ai quali si fissano.
Alla fine degli anni Quaranta, quando non si faceva ancora uso di materiali sintetici prevalentemente di natura petrolifera, i sedili delle automobili Ford, negli Stati Uniti, erano imbottiti con i fusti essiccati di Tillandsia usneoides. Gli ingegneri e i tecnici della famosa casa automobilistica americana sapevano, infatti, che gli steli e le foglie di questa pianta, una volta secchi, hanno la caratteristica di essere immarcescibili e di godere di ottime proprietà fisiche.
Ancora oggi, Oltreoceano, la Tillandsia usneoides continua ad essere impiegata, anche se in misura sempre più ridotta, come crine vegetale nella fabbricazione di materassi, poltrone e divani.
L’esempio della Tillandsia usneoides ci dice che una produzione industriale più pulita è possibile e che la natura – studiandola approfonditamente magari facendo riferimento anche alle esperienze dei nostri antenati – ci può fornire pressoché tutte le materie di cui abbiamo bisogno senza per forza dover ricorrere alle nanotecnologie, alla chimica di sintesi o agli organismi geneticamente modificati.
Il vero progresso, anziché nei laboratori asettici degli istituti di ricerca, si può nascondere sui rami degli alberi o in un campo di fiori. Bisogna solo saper cercare!!!
Foto: www.karnivores.com
Avanti così Corinna Lucciano