Vita da cavernicoli
Per fugare qualsiasi dubbio e possibili critiche desidererei precisare un concetto molto importante: Bioimita, attraverso la bioimitazione, NON È e NON VUOLE ESSERE un ritorno al passato che anela ad una vita da cavernicoli. Anzi, Bioimita si propone l’esatto contrario e desidera operare una rivoluzione culturale verso la modernità e il progresso.
La strada che ha pensato di percorrere per raggiungere tale risultato è quella dell’imitazione della natura in tutte le sue sfaccettature di funzionamento, da applicare a tutte le attività umane. Da quelle produttive a quelle sociali.
Partendo dall’inizio, se è vero che l’evoluzione opera minuscoli cambiamenti nell’arco di centinaia di migliaia di anni (se non di milioni) è allora molto probabile che l’uomo (ma anche altri animali abitanti di questo pianeta) non abbia avuto il tempo di adattarsi al mondo industriale odierno. Il nostro corpo, ad esempio, non è fatto per stare tutto il giorno davanti ad uno schermo luminoso e, difatti, stare troppo seduti fa male alla salute. Per tali ragioni si potrebbe pensare che un ritorno al passato, non necessariamente all’era pre-industriale ma, magari, ancora prima a quella pre-agricola, possa essere meglio per noi e per l’ambiente perché ci espone a minori malattie “moderne” (tipo diabete, cancro o a quelle cardiocircolatorie legate alla sedentarietà) e consuma meno risorse.
È però altrettanto vero che non tutti gli organismi si riescono ad adattare perfettamente all’ambiente che abitano. Anzi, essi sono in costante evoluzione e non vi potrà mai essere un momento in cui saranno perfettamente evoluti ad un dato sistema. L’evoluzione ad un dato ambiente è, per fare un esempio, come il cane che gioca con la sua coda e la vuole prendere ma, ad ogni tentativo di rotazione e di slancio, la coda gli scappa dalla bocca in una sequenza infinita (e divertente).
Nella nostra storia su questo Pianeta oramai siamo arrivati ad un dato punto – quello attuale – e il percorso del passato, anche se spesso sbagliato, non si può cancellare con un banale colpo di spugna. Ecco che, allora, per cercare di avere opportunità di sopravvivenza e di benessere per il futuro è necessario prendere in mano una nuova filosofia di vita che la bioimitazione si propone di enunciare.
In sostanza bisogna iniziare ad abbandonare l’idea di forzare a tutti i costi la natura – magari anche attraverso pratiche assurde come quelle delle modificazioni genetiche, delle modificazioni atomiche (nanotecnologie), della geoingegneria o delle fonti radioattive per la produzione di energia – ed è invece necessario concentrare gli sforzi su come si può proficuamente copiarne il funzionamento traendo il massimo beneficio per noi, per gli altri abitanti del Pianeta e per il Pianeta stesso.
A me sembra che solo così possa funzionare e che solo la bioimitazione potrà essere l’unico vero progresso per il futuro.
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