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Un bel paio di mutande ecologiche
Da anni dormo almeno un giorno la settimana fuori casa frequentando quasi sempre gli stessi alberghi che, nel tempo, mi trattano “quasi” come uno di casa e mi fanno sentire “quasi” come a casa. Per preparare le mie trasferte organizzo una valigia (Paola, mia moglie, la chiama “la valigina”) che, grammo dopo grammo, dettaglio dopo dettaglio, sono riuscito a ridurre all’osso per evitare inutili pesi da trasferire su treni, metropolitane, taxi, scale e marciapiedi.
Sarà stata la primavera, sarà stata la stanchezza o la distrazione ma, qualche giorno fa, mi accorgo di aver dimenticato il cambio delle mutande. Panico!!! Subito dopo però penso di trovarmi in centro a Milano e di non avere problemi a comprarne di nuove. Posso avere solo l’imbarazzo della scelta del modello, del colore, della marca e dello stilista preferito. Ma per me tutto questo non è sufficiente. Mi interessa poco il modello, quasi niente il colore e per nulla lo stilista di grido perché quello che più mi sta a cuore nella scelta di questo capo d’abbigliamento intimo è il fatto che le mutande siano “ecologiche”. Per ecologiche intendo che siano almeno prodotte con cotone biologico e sia certificata la non tossicità dei coloranti e degli additivi utilizzati nei tessuti. Per questi aspetti – piuttosto che per il nome dello stilista sull’elastico che devo lasciar venir fuori dai pantaloni, che devo comperare a vita bassa affinché sia visto – sono anche disposto a pagare qualche euro in più.
Esco allora un po’ prima dall’ufficio e mi fiondo un centro commerciale vicino al lavoro. Nulla. Allora mi sposto con i mezzi in una zona commerciale alla moda. Vado in vari negozi facendo le mie richieste ai commessi di turno che mi guardano sconsolati. Ancora nulla. Faccio un ultimo tardo tentativo in un negozio di alimenti biologici. Niente. Per evitare di rimanere a secco mi fiondo nel primo centro commerciale e prendo le prime mutande della mia taglia che capitano a tiro.
Attraverso questo mio simpatico fuoriprogramma lavorativo osservo il fatto che prodotti tessili (1) che abbiano certe caratteristiche di sostenibilità ambientale appartengono solamente ad un gruppo molto ristretto di aziende che li producono e che non hanno visibilità mediatica nonché a gruppi molto ristretti di persone che li cercano all’interno dei gruppi d’acquisto solidali (GAS), nei mercatini e nei pochi negozi specializzati. Se si tenta di cercare questi prodotti tessili ecologici nel sistema del commercio convenzionale ci si trova davanti ad un muro e si fa veramente fatica ad ottenere quanto desiderato. Tutto questo nonostante le campagne molto incisive di sensibilizzazione sul tema da parte di Greenpeace e di altre associazioni ambientaliste ed etiche.
Dato ciò mi chiedo – con molta tristezza e rammarico – che cosa si possa fare concretamente per ottenere quell’agognata sostenibilità ambientale che, a mio avviso, non è solo difesa del pianeta e bla bla bla. È anche – e soprattutto – vero progresso, vero benessere e vera civiltà. Dal momento che le campagne di comunicazione non sono riuscite completamente nel loro intento e non hanno inciso in modo forte nel sensibilizzare la massa dei cittadini-acquirenti, è necessario che, al più presto, noi consumatori più sensibili e informati sul tema iniziamo a far sentire la nostra voce ai produttori di massa “minacciandoli” di boicottare le loro merci se non ci forniranno al più presto almeno delle alternative ecologiche dei loro prodotti.
Purtroppo saranno sempre i soliti e ripetitivi argomenti un po’ banali e le solite e ripetitive ricette di lotta ma, sinceramente, non vedo altra strada per cercare di far cambiare velocemente un sistema – quello produttivo e di consumo – che deve necessariamente riformarsi per consentire il vero progresso dell’umanità.
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(1) I prodotti tessili hanno filiere molto lunghe che vanno dalla coltivazione del cotone al trattamento chimico del tessuto; dalla filatura al trasporto planetario normalmente via mare. Sceglierli ecologici significa incidere in maniera molto profonda sulla sostenibilità ambientale, soprattutto nei confronti di quei Paesi cosiddetti “in via di sviluppo” verso i quali di solito ricadono gli effetti più nefasti dell’inquinamento provocato dall’industria dell’abbigliamento.
Il Giracose | Riuso
“Impariamo a recuperare per non sprecare”.
L’Associazione “Il Giracose” nasce dalla volontà di creare un luogo speciale dove le cose già usate vengono recuperate e messe a disposizione per un nuovo uso. Lo scopo principale è creare un nuovo stile di vita più equo e sostenibile attraverso il riuso e riutilizzo degli oggetti. Riusare significa essere attenti all’ambiente, dare valore alle cose, non sprecare e, perché no, anche risparmiare!!!
L’Associazione “Il Giracose”recupera oggetti di tutti i tipi: mobili, abiti, libri, giocattoli, biciclette, attrezzatura da bambini (carrozzine, passeggini, ecc.) attrezzatura sportiva, cianfrusaglie… e ogni cosa che non viene più usata.
L’Associazione “Il Giracose”non ha fini di lucro, i contributi raccolti servono per l’autofinanziamento del progetto e per perseguire esclusivamente finalità di solidarietà in ambito ambientale, culturale e sociale con lo scopo di affermare il valore della vita, migliorarne la qualità e per contrastare l’emarginazione.
L’Associazione “Il Giracose”si rivolge al privato cittadino ma anche ad enti, associazioni, parrocchie, circoli e gruppi che intendono praticare il riuso e il riutilizzo degli oggetti.
L’Associazione “Il Giracose”è solidale verso persone o famiglie in grave condizione economica.
L’Associazione “Il Giracose”ritira oggetti ingombranti in buono stato. Se hai degli oggetti che non usi più, dei mobili che ti hanno stancato e vuoi liberartene, contattaci. Daremo loro nuova vita.
L’Associazione “Il Giracose” funziona grazie al prezioso aiuto dei volontari perché è un luogo di condivisione e di collaborazione fra le persone, dove si rispettano le diversità e le competenze individuali.
L’Associazione “Il Giracose” sviluppa progetti educativi nelle scuole per far imparare ai bambini e ai loro genitori la pratica del recupero di oggetti con lo scopo di non sprecare.
W Il Giracose. Questa è un’economia che Bioimita ama e sostiene.
Hirsch Natur | Calze
L’azienda Hirsch Natur è stata fondata nel 1928 a Laer (vicino a Münster) in Westphalia da Franz Kloppenborg, un ristoratore e agente di commercio. La prima macchina per la tessitura fu posizionata nella sala da ballo del ristorante di famiglia e ,originariamente, fu dedicata alla produzione di calze da lavoro. Fu solo a partire dagli anni ’80 che l’azienda decise di produrre una collezione di calze con tessuti naturali e tale attività, negli anni, è cresciuta sempre di più sino a diventare l’attività principale dell’azienda.
Le calze attualmente in produzione prevedono diversi modelli per svariati usi (sport, tempo libero, comfort, eleganti) e sono prodotte nei seguenti materiali:
- lana biologica
- cotone biologico
- bamboo (1)
- lino
Dal momento che le moderne macchine per la tessitura consumano molta energia elettrica, nel 2009 Hirsch Natur ha installato un impianto fotovoltaico che produce metà dell’energia necessaria per il funzionamento delle stesse. L’azienda ha già pianificato di estendere tale produzione di energia da fonti rinnovabili fino al 100% delle necessità.
Inoltre Hirsch Natur non usa prodotti chimici e minimizza il più possibile il consumo di acqua.
Attualmente Hirsch Natur produce seguendo i protocolli del GOTS (Global Organic Textile Standard) e tale produzione è certificata annualmente da un organismo indipendente (IMO).
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(1) Hirsch Natur dichiara di non utilizzare viscosa ma di utilizzare le vere fibre di bamboo.
Cucistorie | Prodotti per bambini
“C’era una volta un trio di fanciulle impegnate a capire cosa fare della propria vita. Erano ben diverse l’una dalle altre. La più grande era rossa di capelli ed era animata da un innato senso materno e imprenditoriale. Quella di mezzo aveva capelli colorati e spirito organizzativo. La più piccola era castana, ricca di bontà e senso pratico. Erano diverse ma le univa la voglia di creare con le loro manine qualcosa che parlasse di loro e della loro storia. E fu così che la loro storia si intrecciò attraverso fili colorati con i racconti ascoltati da bambine, ricamò fiabe di regni lontani e incantesimi su fantasie di stoffa, cucì bottoni e applique per novelle di animali parlanti. Le tre fanciulle cominciarono a raccontare favole su T-shirt, softies, borse e tante altre creazioni. Formarono così insieme il Cucistorie e adesso che questa avventura è cominciata vogliono raccontarvela, nella speranza di rendervi… felici e contenti”.
Cucistorie produce abbigliamento, coperte trapuntate, giochi, asciugamani, bavaglini, pupazzi, borse e zaini per bambini facendo riferimento ai racconti e alle storie della nostra infanzia.
Ogni articolo Cucistorie è un pezzo unico perché fatto a mano. Acquistarlo, magari ad un prezzo un po’ più elevato rispetto alla produzione di massa, significa possedere un prodotto unico nonché promuovere il lavoro e le abilità manuali piuttosto che il mero consumo di merci.
H&M Conscious | Abbigliamento
Anche le grandi aziende multinazionali possono contribuire con i loro prodotti e con le loro scelte commerciali a garantire la sostenibilità ambientale ma, soprattutto per l’impatto che hanno su un gran numero di consumatori, a sviluppare una diffusa coscienza ecologica.
H&M – la famosa multinazionale svedese dell’abbigliamento – per la primavera-estate 2013 ha messo in commercio la Conscious Collection e la Conscious Exclusive, collezioni di vestiti e accessori non solo prodotti con tessuti biologici, ma anche caratterizzata dalla ricerca di una filiera produttiva sostenibile.
Inoltre H&M, in questo contesto della Conscious Collection e della Conscious Exclusive, ha messo in campo anche un’iniziativa interessante di raccolta dei vestiti usati, indipendentemente dalla marca. La motivazione consiste nel fatto che, anziché far finire del materiale in gran parte ancora utilizzabile nelle discariche o negli inceneritori, H&M, in cambio di un buono sconto, si impegna a consegnare gli abiti raccolti al più vicino impianto di trasformazione. Gli abiti ancora buoni verranno riusati oppure verranno riciclati i tessuti.
The Fashion Duel – Greenpeace
Anche se la campagna “The Fashion Duel” di Greenpeace potrebbe sembrare troppo di nicchia in quanto si occupa delle case produttrici dell’alta moda che interessano solamente un’esigua parte della popolazione, la ritengo comunque interessante da analizzare in quanto, a mio avviso, più che condizionare le scelte dei loro clienti, si propone piuttosto di far sì che il loro eventuale percorso virtuoso di miglioramento possa essere poi emulato anche dalle altre aziende produttrici di abbigliamento e di moda in generale.
Greenpeace si è chiesta se i prodotti che le case dell’alta moda producono contribuiscano o meno alla deforestazione e all’inquinamento. Per accertarlo ha inviato loro un questionario con 25 domande. Sulla base delle loro risposte (o mancate risposte) ecco la classifica della loro sostenibilità ambientale.
[Scarica la Classifica in pdf]
Sulla base dei risultati della classifica si può facilmente capire come le scelte operate in fase di consumo di beni e servizi (preferendo le aziende più virtuose) possano realmente contribuire alla sostenibilità ambientale sia attraverso il miglioramento del processo produttivo di tutte le aziende in generale, sia attraverso lo sviluppo di una maggiore cultura e consapevolezza da parte dei cittadini.
L’unico inconveniente a tale scelta può essere rappresentato, in alcune circostanze, dal prezzo di vendita che è ovviamente minore per le produzioni meno virtuose. Per effetto degli aspetti indiretti (maggiore inquinamento, maggiore perdita di salute, maggiore delocalizzazione), è facilmente intuibile come tale minor prezzo risulti alla lunga effimero perché si ribalta lentamente sulla società che deve bonificare, curare i malati o affrontare problemi di scarsità di lavoro.
Prima di risparmiare una manciata di euro per prodotti simili che abbiano caratteristiche ambientali molto diverse tra loro chiediamoci se ne valga veramente la pena!
Made in No | Abbigliamento
Il progetto “Made in No”, che produce una linea di abbigliamento intimo bio ed equosolidale, ha origine da un’idea della Cooperativa Fair e dell’Associazione Cristiana Casagrande ma è reso possibile anche attraverso il sostegno della Provincia di Novara, della Fondazione Culturale “Responsabilità Etica” e grazie al contributo costante e concreto dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS).
Made in No valorizza i piccoli produttori artigiani e le cooperative che hanno scelto di affrontare il mercato secondo regole di equità, trasparenza, sostenibilità ambientale lungo tutta la filiera produttiva. Il prezzo equo e trasparente è lo strumento per rivelare non solo il valore monetario del prodotto, ma anche per dare concretezza ai principi ispiratori di equità e giustizia sociale. A ciascuno il giusto senza sprechi e speculazioni, secondo valutazioni non imposte dal mercato ma definite dagli stessi attori della filiera.
Il processo di produzione Made in No si inserisce in una filiera totalmente etica, dalle famiglie contadine che coltivano, raccolgono e filano il cotone, agli artigiani che completano il processo produttivo fino al capo finito, uniti in una rete di “economia solidale”.
Il filato è fornito da JUSTA TRAMA e da REMEI.
È poi preso in carico da GB di BRUZZESE, che coordina le attività connesse alla produzione del tessuto e al confezionamento dei capi. Per effettuare le diverse lavorazioni GB di Bruzzese si avvale anche della collaborazione di: Tintoria VAGO, Roccatura FERRARI, Manifattura TACCA, Maglieria RICIS, Maglificio BELLETTI, Tessitura VIOLA, Nastrificio Tagliabue, AMI, Fratelli Leoni, Cucirini Tre Stelle, Officina Naturae.
La COOPERATIVA FAIR svolge le attività generali di progettazione e found raising, di ricerca dei filati, di relazione coi produttori equosolidali e gestisce la promozione, la comunicazione e la distribuzione dei prodotti.
Il cotone dei prodotti Made in No è certificato biologico dall’Istituto di Certificazione brasiliana IBD. La scelta del cotone puro al 100% deriva da studi e ricerche che Made in No svolge sulle fibre tessili naturali che hanno proprietà fisiche particolarmente indicate per l’intimo, soprattutto perché igroscopiche e anallergiche. Made in No utilizza solamente una materia prima completamente naturale, che non subisce alterazioni né trattamenti chimici in nessuna fase del lungo processo di produzione, dalla semina in campo della pianta di cotone al confezionamento del capo.
Un’unica precisazione merita la colorazione del tessuto in quanto Made in No, per ragioni di costo e qualità, ai coloranti naturali vegetali e animali ha preferito i coloranti artificiali ammessi dal disciplinare GOTS (Global Organic Textile Standard) che autorizza solo quelli a basso impatto ambientale.
BIO in VI | Abbigliamento
BIO in VI è un progetto della Cooperativa Sociale Studio Progetto di Vicenza che propone capi di abbigliamento in cotone biologico, dal design moderno, confezionati a Km zero e venduti ad un prezzo equo. Il cotone e i coloranti impiegati sono certificati ICEA mentre la filiera di tutte le lavorazioni, dal confezionamento alla tintura dei tessuti, sono realizzate in un’area locale, molto vicina alla sede della Cooperativa.
La Cooperativa sociale Studio Progetto si occupa di inserimento delle persone psicologicamente svantaggiate che sono impiegate nel progetto di produzione e vendita dei capi di abbigliamento. Tali persone sono affiancate da tutor qualificati in grado di accompagnarle non solo nell’acquisizione di competenze manuali ma anche di valori sociali, lavorativi ed umani.
Gli obiettivi educativi che il progetto “BIO in VI” si propone vi sono:
- rendere consapevole la persona che, nonostante la sua disabilità, può svolgere attività lavorative di qualità;
- aiutare la persona a valorizzare l’importanza di un lavoro riuscito al meglio, nato dalle proprie forze e sviluppato con le proprie mani;
- portare la persona a sfruttare le proprie risorse manuali, creative ed intellettuali accrescendo anche le capacità di concentrazione;
- offrire opportunità lavorative.
Per informazioni sul progetto e sui prodotti contattare:
Studio Progetto – Società Cooperativa Sociale
Via Monte Ortigara, 115/b – Cornedo Vicentino (VI)
tel. 348.74 92 822
bioinvi@studioprogetto.org
Engel | Abbigliamento biologico
“L’abbigliamento copre il 90 % del nostro corpo ed è continuamente a contatto con il nostro organo sensoriale più grande e importante, la pelle”.
Così recita il sito internet della tedesca Engel, azienda che a partire dagli anni ’60, ha fatto la scelta di produrre capi di abbigliamento in sintonia con la natura e con la salute.
I tessuti impiegati da Engel sono: cotone (bio), lana vergine merino (bio) e seta. Tutti i coloranti utilizzati sono privi di metalli pesanti e privi di qualsiasi AZO (azocomposto) nocivo per la salute mentre per quanto riguarda il trattamento dei tessuti Engel ha rinunciato a qualsiasi tipo di finissaggio.
Tutte le materie utilizzate devono essere biodegradabili e non devono inquinare il suolo, l’aria e l’acqua. Tutte le parti in metallo utilizzate sono prive di nichel e gli altri materiali eventualmente utilizzati devono essere materie prime naturali e ricrescenti. Per garantire l’elevata qualità dei propri prodotti Engel stabilisce inoltre degli specifici requisiti di resistenza alla luce, al sudore, alla saliva, ai lavaggi e al restringimento.
Queste caratteristiche dei prodotti e la presenza di eventuali residui di sostanze nocive per la salute o inquinanti per l’ambiente vengono controllati periodicamente da laboratori autonomi.
Oltre all’aspetto ecologico (produzione, trasporto e smaltimento sostenibili) Engel prende in considerazione anche quelli umani e sociali promuovendo la produzione locale, tutta in Germania.
La collezione Engel comprende un completo sistema di pannolini lavabili, intimo per bebé, bambini e adulti, una collezione di intimo da notte per bebé e bambini, abbigliamento per bebé e anche un piccolo assortimento di vestiario in pile di soffice lana vergine merino per bebé, bambini e adulti.
Vesto Solidal Coop
Finalmente anche la grande distribuzione organizzata inizia a confrontarsi con capi d’abbigliamento ecologici prodotti e venduti e prezzi equi. Questo percorso, già iniziato qualche anno fa da parte di qualche pioniere, è stato ora intrapreso con particolare convinzione da parte di Coop che, in collaborazione con Katharine Hamnett, una stilista all’avanguardia nella moda etica, ha dato origine alla collezione primavera-estate Vesto Solidal in vendita presso i propri supermercati.
Il progetto, da un lato, indica una precisa scelta di mercato e, dall’altro, indica la volontà di costruire una moda che non sia solo apparenza ma che sia anche capace di far pensare.
Per celebrare il 2012, Anno Internazionale della Cooperazione, la stilista ha ideato una t-shirt con lo slogan “TOGETHER IT IS POSSIBLE”. La collezione, poi, comprende anche alcuni degli slogan classici di Katharine Hamnett degli ultimi 25 anni, tra i quali “KNOWLEDGE IS POWER”, “STOP AND THINK” e, dedicato ai bambini, “LOVE”, “GENIUS” e “SAVE THE FUTURE”. La collezione include mini-abiti, t-shirt, shorts e leggings per donna; pantaloni, polo, camice, t-shirt, per uomo e per bambini e rappresenta l’impegno di un percorso che Coop ha intenzione di continuare per il futuro.
Come dichiara Coop il cotone utilizzato per realizzare la collezione Katharine Hamnett proviene dall’agricoltura biologica, è certificato Fairtrade ed è stato prodotto da cooperative e associazioni di coltivatori indiani: Suminter India Organics e Pratibha Syntex Ltd. Le camicie sono state confezionate da Tuscany Kerala Garments di Madaplathuruth in India, nell’ambito di un progetto di solidarietà realizzato in collaborazione con i Centri Missionari della Toscana.
Ecogeco jeans
Gli ideatori dei jeans Ecogeco sono Giampaolo e Claudia, agenti di commercio con trent’anni di esperienza nel tessile. A causa della crisi economica che ha colpito il settore in questi ultimi anni e spinti da un desiderio personale di sviluppare degli ideali che consentano di mettere in moto dei cambiamenti concreti nel modo di produrre e vendere i beni, hanno dato origine ad un progetto che prevede la produzione di jeans ecologici utilizzando una filiera produttiva a livello locale, materiali biologici, tinture vegetali e che siano offerti ai consumatori al giusto prezzo di vendita.
La sostenibilità del loro prodotto non è solamente legata alle caratteristiche dei materiali e alle metodologie produttive con minimo impatto ambientale, ma anche alla valorizzazione del lavoro in ambito locale perché consente una più equa distribuzione della ricchezza e stabilità sociale attraverso la certezza, nel tempo, del mantenimento dei posti di lavoro.
Le caratteristiche dei jeans Ecogeco sono:
- tessuto in cotone biologico certificato tinto con puro indaco vegetale
- lavorazione in un laboratorio che impiega lavoratori assunti a tempo indeterminato
- trattamento di lavanderia che viene effettuato solo con acqua e pietra pomice
- per alcuni modelli il tessuto è 100% cotone, mentre per altri viene utilizzato un 2% di elastomero.
Una interessante particolarità è legata al nome in quanto “EcoGeco” sta per genova ecologico e fa riferimento al vecchio nome – tela genova – con cui veniva chiamato il tessuto che noi adesso conosciamo come jeans.
Calze NATUR
Le calze NATUR sono prodotte dal Calzificio Zambelli Pierino di Nuvolera (BS), una piccola azienda artigianale che, dal 1976, realizza una vasta gamma di calze per adulti e per bambini.
Da circa 20 anni la produzione si è poi orientata solamente verso le fibre naturali: cotone biologico, lana naturale e canapa.
L’azienda, che ha intrapreso un percorso di consapevolezza ecologica, pone molta attenzione sia alla qualità delle materie prime utilizzate che alla bassa nocività delle tinture nonché alla limitazione degli imballaggi. Sulla base di tali presupposti la lana è totalmente naturale e il cotone proviene da coltivazioni biologiche in India e in Tanzania, soddisfando i requisiti della certificazione SA 8000 di responsabilità sociale che certifica, oltre alle sostenibilità ambientale delle produzioni, anche l’assenza di sfruttamento del lavoro minorile.
Le calze NATUR sono scontate per i Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS).