Albert Einstein e la crisi

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla” (1)
Sono fermamente convinto che la crisi che stiamo vivendo in questo periodo storico di inizio XXI secolo sia soprattutto una crisi ecologica, rappresentata dagli effetti iniziali della scarsità di risorse e materie prime nonché dall’insostenibilità del ciclo produzione-consumo-rifiuti su cui si basa il nostro sistema economico e sociale. Quella finanziaria, invece, da molti invocata come la vera e unica causa dei problemi e dagli stessi vista come manifestazione passeggera, a mio avviso è solo uno dei sintomi con la quale la prima si sta manifestando.
Indipendentemente da quale sia la vera origine della crisi ritengo sia assolutamente necessario cercare di trovare una soluzione per superarla e per garantire benessere nel tempo a tutti gli abitanti del Pianeta. Generazione dopo generazione…
Come osservava Einstein negli anni immediatamente successivi alla crisi del 1929, della crisi non bisogna averne paura. Non bisogna solo parlarne o, al contrario, far finta che non esista. Come per una malattia della quale si desidera trovare una cura, anche della crisi è necessario esserne consapevoli per rimboccarsi le maniche nel trovare soluzioni efficaci, non avendo paura di essere visionari nelle proposte e rivoluzionari nelle azioni.
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(1) (tratto da “Il mondo come io lo vedo”, 1931).
Foto: Wikipedia
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