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Il funerale di Windows XP

Oggi, 8 aprile 2014, sarà l’ultimo giorno di vita del sistema operativo Windows XP e, a partire dalla mezzanotte, non ci saranno più aggiornamenti di sicurezza e il software sarà, entro breve, destinato inesorabilmente a morire. Troppo elevato è infatti il rischio che il computer possa essere esposto a rischi di crash o, peggio, ad attacchi di virus che ne possano compromettere definitivamente la funzionalità.

Attualmente si stima che il sistema operativo XP sia ancora utilizzato da quesi il 30% degli utenti che si collegano a internet, ovvero poco meno di 600 milioni di persone nel mondo.

Secondo le indicazioni di Windows questi “quattro gatti” hanno due sole possibilità:

  1. buttare il loro PC (magari ancora perfettamente funzionante) e comperarne uno nuovo che abbia già preinstallato Windows 8.1;
  2. Comperare la licenza di Windows 8.1, da installare sul vecchio PC ad esso compatibile.

In sostanza si tratta della cosiddetta “obsolescenza programmata“, una pratica assurda sulla quale, in Italia, ci sono state delle interessanti proposte di legge ma che non è ancora stata disciplinata con chiarezza da un punto di vista normativo. Nell’ambito del settore informatico essa consente ad un qualsiasi imprenditore di prendere una decisione… et voilà, in poco tempo, circa 600 milioni di macchine, inquinanti e che hanno richiesto notevole energia e materie per essere prodotte (spesso addirittura ancora perfettamente funzionanti), devono essere mandate al macero per far posto ad altre 600 milioni di macchine che in pochi anni saranno obsolete e dovranno essere buttate per far posto ad altre macchine che…

L’alternativa a questa abberrante politica industriale che minaccia seriamente la sostenibilità dell’industria e che dimostra la stupidità dei comportamenti umani è quella di usare software libero, slegato dai brevetti e dalle licenze d’uso a pagamento, sia come sistema operativo (ad es. Linux-Ubuntu) sia come gestore di altre applicazioni (es. Libre Office per il pacchetto “ufficio”). Ciò consente di far durare a lungo il PC pur avendo gli stessi servizi forniti dai software a pagamento che, invece, nella logica del consumismo, li rendono prematuramente obsoleti.

IBM X40Io, ad esempio, che sono passato al software libero qualche anno fa quando Windows 2000 mi è andato definitivamente in crash, sto utilizzando ancora un vecchio IBM X40 del 2003 sia per i miei svaghi che per ragioni professionali. Il PC funziona bene ed è sufficientemente veloce, ma lo avrei buttato già da qualche anno se non avessi seguito la strada del software libero.

P.S. Per info sul software libero e sull’uso di vecchi PC perfettamente funzionanti eventualmente contattare l’Associazione OS3 di Verona.

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Foto: la tastiera oramai consunta del mio PC IBM X40

 

Ecosia | Motore di ricerca

La rete internet e le informazioni in essa contenute (sarebbe meglio dire “archiviate”) sembrerebbero essere eteree e immateriali, in quanto fluiscono quasi per magia attraverso i cavi telefonici o attraverso le onde elettromagnetiche di smart phone o dispositivi Wi-Fi e vengono visualizzate su schermi di vario tipo.

Nella realtà dei fatti tutta la conoscenza e tutte le informazioni del web sono elementi che hanno una dimensione molto fisica e materiale dal momento che vengono archiviate in giganteschi server che consumano enormi quantità di energia, necessaria soprattutto per il loro raffreddamento.

Questo è particolarmente vero per i motori di ricerca che devono elaborare una gigantesca mole di dati in brevissimo tempo e sono – di fatto – costituiti da immense distese di computer (o, meglio, di processori collegati ad un disco rigido di archiviazione dati), stoccati in enormi hangar industriali che consumano immense quantità di energia elettrica (per funzionare ma anche per raffreddare un ambiente reso rovente dalla elaborazione frenetica dei processori).

Per ovviare a tale sistema fortemente energivoro e potenzialmente insostenibile a livello ambientale i finanziatori e i progettisti del progetto Ecosia (www.ecosia.org) hanno progettato e realizzato questo nuovo motore di ricerca principalmente su due aspetti ecologici: alimentazione dell’hardware mediante energia proveniente da fonti rinnovabili e salvaguardia della foresta pluviale del pianeta attraverso il versamento di una piccola somma di denaro per ogni ricerca effettuata tramite link sponsorizzati.

Fare in modo che Ecosia diventi il nostro motore di ricerca potrà dare il nostro piccolo, ma significativo contributo, al contenimento del cambiamento climatico e alla difesa della biodiversità, che ha il suo serbatoio principale proprio nelle foreste pluviali.

Ecofont

L’idea è semplice ma, al contempo, geniale: contribuire alla sostenibilità ambientale e al risparmio di risorse attraverso la riduzione di inchiostro nell’uso di stampanti o fotocopiatrici.

Colin Willems, con il contributo di SPRANQ Creative Comunications di Utrecht, in Olanda, hanno pensato che per poter ottenere efficienza nell’uso di risorse durante i processi di stampa fosse necessario intervenire anche sulla veste grafica dei caratteri (font) anziché agire solamente sul miglioramento tecnico e sulle prestazioni delle stampanti.

Si sono chiesti, allora, quanto potesse essere tolto dai caratteri pur mantenendo le medesime caratteristiche di leggibilità e di chiarezza. Il risultato finale è stato quello di “svuotare” graficamente i caratteri con piccoli cerchi trasparenti che non ne pregiudicano la leggibilità ma, in caso di stampa, possono determinare una riduzione nell’uso dell’inchiostro che arriva sino al 20% in meno rispetto alle stampe tradizionali.

Tale intervento, come indicato dai suoi designer, funziona meglio con le stampanti al laser piuttosto che con quelle a getto d’inchiostro e dipende anche dalla dimensione del carattere stampato: più è grande maggiore è il risparmio.

Ecofont, che si basa su un carattere open source, è scaricabile gratuitamente dal sito www.ecofont.com e funziona con tutti i sistemi operativi (Microsoft Windows, Linux, Mac OSX).

I progettisti di ecofont, nel loro sito web, si preoccupano di fornire agli utilizzatori di personal computer anche altri importanti consigli per incidere sulle loro abitudini ed aumentare la loro consapevolezza ambientale in caso di stampa: stampare solo se necessario; stampare fronte-retro.

Per utilizzare ecofont è sufficiente collegarsi al sito, scaricare gratuitamente il font, copiarlo nella cartella di gestione caratteri del personal computer e utilizzarlo come carattere predefinito per tutti i documenti di testo.

Nel caso in cui sia proprio necessario stampare il risparmio di inchiostro sarà assicurato e l’impronta sull’ambiente sarà un po’ più leggera!